Il principale utilizzo dell'EEG, a scopo clinico,non èciò che caratterizza il Neurofeedback.
L'EEG clinico infatti è utilizzato per rilevare e analizzare eventi elettrici che siano considerati clinicamente fuori dalla norma.
Tali eventi hanno una rilevanza clinica ben nota, come ad esempio l'attività che si osserva durante una crisi epilettica oppure in caso di sofferenze cerebrali causate da malformazioni (ad esempio tumori o aneurismi).
Di questo si occupano neurologi e tecnici di neurofisiopatologia.
Naturalmente, nel processo di assessment è possibile incontrare e rilevare delle eventuali anomalie. Quando questo accade, la persona viene inviata immediatamente per una consulenza neurologica specialistica.
QEEG
Una mappatura cerebrale, o qEEG (elettroencefalogramma quantitativo), è una registrazione elettroencefalografica, che rileva in 20 siti l’attività cerebrale e che ci permette di identificare i pattern cerebrali problematici.
Restituisce informazioni in termini di attivazione, ovvero ci informa se nelle varie aree c’è troppa o troppo poca attività (presenza e ampiezza dei vari ritmi, rapporti tra di essi, posizione in cui sono presenti), ma anche informazioni sui rapporti tra le varie aree (dove il coordinamento e la trasmissione di informazioni tra le diverse aree non è efficiente come dovrebbe) o dove si verificano asimmetrie tra coppie di siti.
La registrazione qEEG permette insomma di creare una mappa molto precisa e dettagliata di come si comporta il cervello in condizione di attività normale, di riposo e di compito cognitivo complesso. Il risultato sarà una serie di informazioni che indicano dove c’è un’attività non adeguata nelle varie condizioni di funzionamento.
Serve a guidare in modo preciso e puntuale il training di Neurofeedback, che deve necessariamente essere un "prodotto sartoriale", tagliato sul personalissimo modo di funzionare del cervello della persona.
NEUROFEEDBACK
Il ruolo di un neuropsicologo che si occupa di Neurofeedback è differente da quello di un neurologo.
Il neuropsicologo e Neurofeedback trainer non si occupa di rintracciare eventuali anormalità, bensì di studiare le onde EEG "normali" e le variazioni sul normale.
Lo scopo del Neurofeedback è l'apprendimento dell'autoregolazione dei pattern di frequenza cerebrali attraverso un processo detto "Condizionamento Operante".
Utilizzando le informazioni contenute nel qEEG, si pianifica un training. Durante le sedute il cervello, monitorato tramite EEG, riceve centinaia di volte informazioni su come sta funzionando, e viene ricompensato ogni volta che produce con successo l'attività EEG desiderata.
Qualsiasi training che consiste nell'applicazione di protocolli standard, uguali per tutti e non scelti sulla base di una mappatura cerebrale, rischia di creare effetti negativi ed è pertanto da evitare.
6 buone ragioni per utilizzare l'EEG
L'EEG è una modalità efficace per monitorare l'attività cerebrale, che offre il vantaggio di essere totalmente non invasiva e di avere un'alta risoluzione temporale.
Osservando l'EEG siamo in grado di seguire momento per momento l'attività delle varie aree cerebrali.
Quello che rende unico il Neurofeedback è che permette di modificare i pattern di attività cerebrale rilevati con il qEEG.
Queste modifiche possono ridurre i sintomi o ottimizzare la performance.
Ecco 6 validi motivi per utilizzare l'EEG come mezzo per riuscire a cambiare i pattern di comportamento cerebrale (e di conseguenza i nostri pattern di comportamento!).
01 Gli stati mentali possono essere "definiti" grazie all'EEG
Le diverse bande di frequenza corrispondono a particolari stati o attività mentali.
02 Diversi pattern di funzionamento corrispondono a disturbi conosciuti
Un esempio è quello dei particolari pattern theta/beta che si registrano nelle persone con disturbo dell'attenzione,
03 Gli esseri umani sono in grado di modificare i pattern cerebrali
I primi studi sono stati fatti sugli animali, che erano in grado di produrre maggiori ampiezze di alcune onde cerebrali se ricompensati.
04 Gli esseri umani mostrano cambiamenti nel comportamento in seguito all'apprendimento dei nuovi pattern cerebrali
Gli epocali studi sui gatti di Sterman, ora Professore Emerito all'Ucla, dimostrarono come con l'aumento del ritmo SMR gli animali diventavano più calmi ma più presenti e in allerta concentrata.
E in seguito, contrariamente ai gatti che non erano stati sottoposti a training, si dimostrarono resistenti alle crisi epilettiche che venivano indotte dai ricercatori per scopi di ricerca scientifica (NASA).
05 Il qEEG aiuta a distinguere tra le diverse sindromi psichiatriche
Ad esempio, le persone che soffrono di depressione mostrano un'attivazione ridotta (a causa di un eccesso di alfa) nel lobo frontale sinistro.
Inoltre, in base ai diversi pattern di funzionamento cerebrale, anche la terapia farmacologica può essere migliorata. La letteratura scientifica dimostra che le mappature cerebrali aiutano a predire la risposta al trattamento farmacologico.
06 Il qEEG permette di mostrare i pattern di comunicazione tra le diverse aree cerebrali
Un eccesso o una riduzione di comunicazione tra le diverse aree cerebrali può causare da una riduzione dell'efficienza cognitiva a pesanti sintomi psicologici e somatici.
In particolare, il training di coerenza tra le diverse aree riveste una notevole importanza nei casi di trauma cranico.